mercoledì 2 luglio 2008

E venne il giorno...di una grande delusione!

E venne il giorno è un film ecologista; è un film che ha come unico obiettivo quello di lanciare un grido d’allarme per l’ambiente e per il modo in cui noi uomini lo trattiamo. Il problema è che questo nobilissimo messaggio che Shyamalan vuole mandare al mondo perde di intensità e di efficacia proprio a causa del modo in cui viene trattato. Devo dire che è con molto rammarico che scrivo questa recensione; infatti il regista indiano de Il sesto senso e di Signs è uno dei miei autori preferiti. Qui però sembra aver perso tutto di ciò che sembrava avere agli inizi della sua carriera, anche le nozioni basilari per chiunque voglia fare un film. Mancano a mio avviso la capacità di narrare una storia per immagini, la capacità di creare personaggi credibili e che facciano appassionare il pubblico, l’abilità di dare un senso ad un insieme di scene e inquadrature che qui appaiono, per larga parte del film, del tutto slegate.
Del Shyamalan che conoscevamo restano alcuni sprazzi, alcuni lampi del suo genio apparentemente perduto; di questo film resteranno la sconvolgente scena iniziale a Central Park, la frase di Einstein che vediamo sulla lavagna nelle scene iniziali (azzeccata e significativa, sembrava il preludio a ben altra storia) e l’inquietante personaggio della vecchietta nella casa sperduta. Ecco, tutto qui. Come dicevo solo flash provenienti dal passato che continueranno a far dire “Shyamalan, il regista de Il sesto senso”, legando forse inesorabilmente questo regista al suo film più significativo che ormai sta diventano una palla al piede che lo trascina negli abissi; chissà se nelle acque oscure troverà la sua Lady in the water pronta a salvarlo e a riportarlo a galla…

lunedì 19 maggio 2008

Recensione Gomorra

Il film Gomorra di Matteo Garrone associa ad una straordinaria forza narrativa (in parte derivante dal libro e in parte totalmente sua) un'altrettanto dirompente forza visiva che mette lo spettatore davanti ad uno spettacolo tanto reale quanto incredibile di fronte al quale non si può far altro che rimanere a bocca aperta. Si esce dal cinema chiedendosi: "ma è possibile che sia proprio così?"; e la risposta che il film ti lascia dentro è un si amaro e pesante come un macigno.
Gli interpreti di questa pellicola sono tutti all'altezza della situazione e rendono in modo perfetto,puntuale e commovente la disarmante ordinarietà e quotidianità del male. La vita in alcuni quartieri di Napoli dominati dalla camorra (intesa come presenza di delinquenti, ma anche e soprattutto come abitudine e costume culturale di molti cittadini "normali") era per molti spettatori inimmaginabile; ogni gesto quotidiano dei protagonisti del film (fare la spesa, giocare per strada, sposarsi...), ogni tipo di rapporto umano (tra madre e figlio,tra bambini che crescono insieme e poi si dividono in un due clan contrapposti, tra datore di lavoro e dipendenti) ogni azione è pregno della presenza camorristica, è condizionato dalla guerra tra clan che si odiano per motivi che ormai non si sanno neanche più, da radicati e letali codici d'onore da rispettare, pena la condanna a morte.
E quella di Saviano prima, e di Garrone poi, sembra davvero una condanna a morte più che una denuncia; sembra un ritratto ormai dipinto, difficile, se non impossibile, da cambiare. I ragazzi che armi in pugno interpretano AlPacino in Scarface in preda a deliri di onnipotenza e i bambini che smettono di essere amici ( e di essere bambini) e si salutano con un abbraccio prima, probabilmente, di ammazzarsi l'uno con l'altro restano due momenti indimenticabili di cinema, ma purtroppo anche di vita vera, lontana da molti di noi, ma terribilmente reale e forse un po' più vicina dopo aver visto questo splendido film.

mercoledì 9 aprile 2008

NEXT trailer

lunedì 7 aprile 2008

Recensione Next

Finalmente cinema! Sono andato a vedere Next e mi è piaciuto molto. Leggendo le critiche dei quotidiani mi rendo conto di essere uno dei pochi (forse l’unico) a considerare valida la recitazione di Nicolas Cage. Ai suoi detrattori vorrei ricordare solo due titoli: Via da Las Vegas e Al di là della vita. Chiudo subito la disquisizione sulle doti attoriali di Cage; resta il fatto che molta critica italiana è troppo ferma sulle proprie posizioni e legata a stereotipi negativi caratterizzati principalmente da ingiustificati pregiudizi.
Comunque questo film merita di essere visto anche da chi non apprezzasse particolarmente gli attori (oltre al già citato Nicolas Cage, si distinguono una sopravvalutata Jessica Biel e una brava Julienne Moore). Deve essere visto da chi ama le tematiche classiche della fantascienza come la preveggenza e, in un certo senso, il viaggio nel tempo e da chi ama in generale film d’avventura e di tensione mai banali e scontati.
L’autore di riferimento (Philip K.Dick) è una garanzia di forza narrativa e concettuale; le tematiche che affronta (e che abbiamo visto al cinema per esempio con Blade Runner e Minority Report) pongono lo spettatore di fronte a questioni etiche e morali fondamentali per l’umanità che toccano da vicino le nostre coscienze.
La regia di Lee Tamahori è lineare e piuttosto neutra, concede un po’ troppo allo spettacolo nelle scene più tipicamente hollywoodiane ( una su tutte la cadute lungo un pendìo di una quantità spropositata di oggetti enormi come vagoni, auto, alberi…), ma tutto sommato non influisce negativamente su una trama così solida e ben congeniata.

Non voglio in questo caso svelare la trama perché credo che sarebbe davvero inopportuno; il film è da vedere anche per i colpi di scena che regala dall’inizio alla fine.

Ultima segnalazione: piccola parte per il “mitico” tenente Colombo, al secolo Peter Falk. I suoi 81 anni si vedono tutti, ma quello sguardo unico e il suo sorriso beffardo lo rendono ancora estremamente simpatico.

lunedì 31 marzo 2008

Recensione Ogni cosa è illuminata

Ciao a tutti! Come avrete visto il tempo per andare al cinema è poco, e ancora meno quello per scrivere articoli. Tuttavia ho deciso di non chiudere questo blog e di provare a dare un po' più di continuità ai miei post. In quest'occasione vorrei parlare di un film che ho visto in dvd durante il week-end; il titolo è "Ogni cosa è illuminata".

Dopo poche scene credevo di trovarmi di fronte ad un film noioso e poco interessante; mi sbagliavo. Dal momento in cui il protagonista parte per la sua ricerca il film decolla, non tanto nel ritmo quanto nell'interesse che suscita. Tra gli aspetti migliori del film ci sono:
i dialoghi dell'impossibile (causa lingue diverse) tra Safran e Alex, che nascondono tra le righe grandi verità;
la rappresentazione divertente, ironica, ma profonda, delle difficoltà nei rapporti tra popoli culturalmente diversi;
la comunicazione negata, difficile, quasi impossibile tra Alex e suo nonno
il rapporto tra i due ragazzi che, pur così diversi, imparano a conoscersi e a volersi bene

Ovviamente cito per ultima, ma non per importanza, la bravura del regista e degli sceneggiatori nell'affrontare il tema della Shoah, dei pregiudizi razziali e dell'antisemitismo in un modo così leggero e divertente, ma allo stesso tempo così profondo.


La trama (da Wikipedia): il giovane Jonathan Safran Foer (Elijah Wood) è un ebreo nato e vissuto negli Stati Uniti, di origine Ucraina. Essendo un "collezionista di ricordi di famiglia", decide di fare un viaggio in Ucraina per trovare il piccolo e sperduto villaggio, Trachimbrod, in cui visse suo nonno. Nel suo viaggio si affiderà a una guida locale (interpretato da Boris Leskin) e a suo nipote Alex (Eugene Hutz), suo coetaneo, che con il suo strano inglese, lo aiuterà seriamente nella sua rigida ricerca.

giovedì 3 gennaio 2008

Recensione L'amore ai tempi del colera

Primo film del 2008 e prima delusione. Premetto di non aver letto il romanzo da cui il film è tratto e quindi non posso fare confronti tra le due versioni della stessa storia. Dal punto di vista strettamente cinematografico il film sembra non essere riuscito nei suoi intenti. Non è un film storico, infatti gli aspetto storici della Colombia di fine '800 vengono solo sfiorati in modo superficiale. Dovrebbe essere un film drammatico, ma troppi sono i momenti di imbarazzante comicità che travalica gli elementi di necessario umorismo ed assume le sembianze del grottesco. Per non parlare del trucco, davvero impressionante nella sua inadeguatezza: Giovanna Mezzogiorno è una settantenne con le mani e il collo di una trentenne, Javier Bardem è già vecchio quando lei si sposa (presumibilmente 40enne).

Dunque la prima recensione dell'anno equivale ad una bocciatura; speriamo non sia un brutto segno per i film a venire.

sabato 8 dicembre 2007

Pubblicità progresso

Ecco a voi il mio secondo cortometraggio. Uno spot, una pubblicità progresso contro l'anoressia e i disturbi legati al cibo. Questo video della durata di 1'23" è stato realizzato da me e dalla mia fidanzata Annalisa Sivieri che l'ha utilizzato durante la discussione della tesi di laurea in Scienze Gastronomiche intitolata "Il cibo declinato alla follia".

Quindi non mi resta che augurarvi buona visione; cliccando sul titolo del post accederete direttamente alla pagina youtube.

p.s.: Annalisa ha preso 110 e il video è stato apprezzato dai presenti (professori e studenti) che l'hanno omaggiato con una buona dose di applausi.