mercoledì 2 luglio 2008

E venne il giorno...di una grande delusione!

E venne il giorno è un film ecologista; è un film che ha come unico obiettivo quello di lanciare un grido d’allarme per l’ambiente e per il modo in cui noi uomini lo trattiamo. Il problema è che questo nobilissimo messaggio che Shyamalan vuole mandare al mondo perde di intensità e di efficacia proprio a causa del modo in cui viene trattato. Devo dire che è con molto rammarico che scrivo questa recensione; infatti il regista indiano de Il sesto senso e di Signs è uno dei miei autori preferiti. Qui però sembra aver perso tutto di ciò che sembrava avere agli inizi della sua carriera, anche le nozioni basilari per chiunque voglia fare un film. Mancano a mio avviso la capacità di narrare una storia per immagini, la capacità di creare personaggi credibili e che facciano appassionare il pubblico, l’abilità di dare un senso ad un insieme di scene e inquadrature che qui appaiono, per larga parte del film, del tutto slegate.
Del Shyamalan che conoscevamo restano alcuni sprazzi, alcuni lampi del suo genio apparentemente perduto; di questo film resteranno la sconvolgente scena iniziale a Central Park, la frase di Einstein che vediamo sulla lavagna nelle scene iniziali (azzeccata e significativa, sembrava il preludio a ben altra storia) e l’inquietante personaggio della vecchietta nella casa sperduta. Ecco, tutto qui. Come dicevo solo flash provenienti dal passato che continueranno a far dire “Shyamalan, il regista de Il sesto senso”, legando forse inesorabilmente questo regista al suo film più significativo che ormai sta diventano una palla al piede che lo trascina negli abissi; chissà se nelle acque oscure troverà la sua Lady in the water pronta a salvarlo e a riportarlo a galla…